Milano, venerdì, nove del mattino, sono sulla 90, una frenata brusca, una signora rischia di cadere, cerco il contatto visivo e le chiedo se è tutto ok, sì mi risponde. Arriviamo al capolinea di piazzale Lotto, scendiamo per prendere il mezzo già fermo in attesa davanti al nostro. Salgo e mi siedo accanto al finestrino. Grazie per prima, mi dice una voce dietro di me. La signora si è seduta al posto alle mie spalle. Le dico che dobbiamo recuperare un po’ di gentilezza e di attenzione per gli altri. Annuisce dietro la mascherina, forse sorride, mi sembra di intuirlo dalle due rughe che si approfondiscono accanto ai suoi occhi, che sembrano chiudersi leggermente.
Siamo vivi, ecco tutto
Siamo vivi, ecco tutto
Siamo vivi, ecco tutto
Milano, venerdì, nove del mattino, sono sulla 90, una frenata brusca, una signora rischia di cadere, cerco il contatto visivo e le chiedo se è tutto ok, sì mi risponde. Arriviamo al capolinea di piazzale Lotto, scendiamo per prendere il mezzo già fermo in attesa davanti al nostro. Salgo e mi siedo accanto al finestrino. Grazie per prima, mi dice una voce dietro di me. La signora si è seduta al posto alle mie spalle. Le dico che dobbiamo recuperare un po’ di gentilezza e di attenzione per gli altri. Annuisce dietro la mascherina, forse sorride, mi sembra di intuirlo dalle due rughe che si approfondiscono accanto ai suoi occhi, che sembrano chiudersi leggermente.