Voli domestici, poesie, in uscita per peQuod editore
In uscita la mia prima raccolta di poesie | La famiglia americana al Circolo dei Lettori di Novara | Ho scritto anche parole d'amore, laboratorio di poesia | Il mio debutto sul manifesto
La mia prima raccolta di poesie
Con una certa gioia vi presento Voli domestici, la mia prima raccolta di poesie, che uscirà alla fine di marzo nella storica collana Rive di peQuod editore. La potrete trovare nelle librerie, ordinandola se necessario, e online. Abbiamo lanciato un pre-order anche sul mio sito, per non farci cannibalizzare dalle piattaforme (e poi perché non è proprio il caso di regalare altri soldi a Bezos). Il pre-order è già attivo, le copie così ordinate conterranno tutte un messaggio personale (come ogni articolo in vendita nel mio shop). Trovate tutto a questo link.
La raccolta è introdotta da una prefazione di Cettina Caliò, poetessa dal talento estremo e traduttrice, che ho la fortuna di considerare amica – è l’unica persona che ha letto la raccolta prima che la inviassi a una manciata di editori selezionati e mi ha fornito qualche consiglio prezioso (delle sue poesie vi ho parlato sia qui che in radio) – per me un regalo enorme. Ve ne incollo qui un paio di passaggi:
È un minimalismo pieno di assoluto la sua cifra, una profondità di senso estratta dai dettagli, che pare planare in silenzio tra le righe. È un incedere a tutto sguardo nella quotidianità fragile, orfana di certezze, e densa di nostalgia di persone e di cose, una quotidianità – con quel grigio che sgomita in mezzo al bianco e al nero – che ci somiglia come fosse la nostra, con le forme mutevoli del passo dell’anima, e del destino. […] Fabrizio Coppola riesce a essere evocativo nell’essenzialità del dire, la malinconia in controluce è armata di un sorriso cauto; l’accettazione delle contingenze non è mai supina, è un percorso a schiena dritta di chi i giorni che fanno la vita li prende di petto, e sa trovare il coraggio e la grazia di un motivo che dia significato alla compiutezza, spesso impietosa, del nostro incedere in questo mondo, istante dopo istante.
Ma chi se ne frega della poesia…
Ai tempi dell’università, ogni mattina mi alzavo, mi preparavo un caffè e mi sedevo alla mia scrivania a scribacchiare appunti, idee, versi di canzoni, approfittando di quel momento di torpore in cui la mente non è ancora del tutto lucida, non ha ancora abbandonato il mondo dei sogni inchinandosi alla vita reale e alle sue regole. Quello è un momento magico per me, ancora oggi.
Tra quelle cose che appuntavo sui miei quaderni c’erano anche i primi tentativi poetici – ogni tanto saltava fuori qualcosa di brevissimo e immediato, oppure anche di più lungo e narrativo, che non aveva la struttura per essere usato in una canzone ma si imponeva come frammento a sé, autonomo, indipendente, con una musicalità interna che non richiedeva di essere sovrapposta a una melodia perché una sua melodiosità la possedeva già. Quelli erano anni di letture e ascolti furiosi, divoravo ogni cosa, di fatto stavo mettendo insieme un bagaglio culturale di cui avevo un disperato bisogno per giustificare la mia sensibilità strabordante e inquadrarla in un’idea di vita che mi desse la possibilità di rimanere così, di non costringermi ad amputare pezzi di me per trovare un posto nel mondo.
Da allora il mondo è cambiato in modi impensabili, le nostre vite sono state stravolte dalla tecnologia, il tessuto che teneva insieme la realtà appare sempre più frammentato, alterato e quasi definitivamente sostituito da quello fittizio del mondo online, in cui proiettiamo un’immagine di noi accanto a quelle di tutti gli altri, un universo di proiezioni come le ombre sulla parete di una caverna generate da un fuoco. Ma ciò che non è cambiato è la reale sostanza di cui siamo fatti noi esseri umani: le speranze, i dolori, i tentativi, le incomprensioni, le gioie, l’amore, la morte, il sesso, l’abbandono, la fiducia, lo scoramento e la voglia di lottare. E sono questi gli argomenti che nutrono la mia vita, il modo in cui la vivo e la racconto, e le poesie contenute in questa prima raccolta.
Voli domestici contiene quaranta poesie, tutte scritte negli ultimi cinque anni a eccezione di qualche componimento precedente che ho voluto inserire perché affine per tematica, sonorità e intenzione. Queste poesie si presentano come piccoli svelamenti, velocissimi momenti di comprensione e di consapevolezza; ci sono alcuni episodi più narrativi, altri più asciutti, altri ancora più leggeri ma dotati di una certa densità.
Ogni cosa che faccio – ogni disco, ogni concerto, ogni spettacolo, puntata in radio o laboratorio di letteratura – è un sassolino lanciato nell’enorme mare in cui nuotiamo tutti, con la speranza di generare qualche piccola onda che riesca ad arrivare fino a voi, magari cullarvi per qualche istante, prima di andare a infrangersi sulle rive. Questa raccolta di poesie è un altro pezzetto della conversazione che cerco di tenere con tutti quelli che vogliono parteciparvi: spero che queste mie parole vi raggiungano, vi diano qualcosa e vi spingano a partecipare a questo dialogo nella forma che preferirete.
Ma farai qualche presentazione?
Sì, certo, stiamo organizzando un piccolo calendario che annunceremo appena possibile. Se tra di voi c’è qualcuno interessato a organizzarne una, può scrivermi rispondendo direttamente a questa mail.
Per ordinare la tua copia segui questo link
La famiglia americana: quattro appuntamenti
al Circolo dei Lettori di Novara
Inizia giovedì 6 marzo un ciclo di incontri che terrò presso il Circolo dei Lettori di Novara: parleremo di tre libri che ci permetteranno di indagare sulla famiglia americana e chiuderemo il 6 giugno con Furore! il mio spettacolo sul capolavoro di Steinbeck con le canzoni di Woody Guthrie.
giovedì 6 marzo, Richard Yates, Revolutionary Road
lunedì 7 aprile, John Williams, Stoner
lunedì 5 maggio, Sarah Smarsh, Heartland
venerdì 6 giugno, Furore! Steinbeck/Guthrie (reading-concerto)
Inizio alle 18, ingresso libero fino a esaurimento posti; con la Carta Io leggo di Più puoi prenotare il tuo posto, nelle prime file: scrivi a info.novara@circololettori.it
Ho scritto anche parole d’amore, laboratorio di scrittura poetica
Aperte le iscrizioni a questa splendida iniziativa: terrò un percorso di scrittura poetica all'interno di “La verità, vi prego sull’amore”, un progetto promosso dalla Neuropsichiatria dell'Ospedale Policlinico di Milano e Codici Ricerca e Intervento.
Un percorso poetico incentrato sull'idea dell'amore declinata in tutte le sue possibili incarnazioni. Sarà un lavoro collettivo, che l'amore non lo si fa e non lo si può sentire da soli. E poi perché come al solito, mai come in queste ultime settimane è sempre più evidente che nessuno può salvarsi da solo.
Il laboratorio è gratuito ma richiede un certo impegno.
Dal 14 marzo al 4 maggio
Polo territoriale della Uonpia di Corso XXII Marzo, 59/a, Milano
Podcast speciale in onda l'11 maggio.
Tutte le info qui. Vi aspetto.
La mia intervista a Francisco Cantú sul manifesto
Sul manifesto del 18 febbraio scorso è uscita la mia intervista a Francisco Cantú, autore di Solo un fiume a separarci, che ho tradotto per minimum fax qualche anno fa. Se ve la siete persa, potete leggerla qui. (Per accedere basta creare un account gratuito, in alternativa si può valutare di sottoscrivere un abbonamento – la stampa libera è ormai una rarità e dovremmo sostenerla). La versione completa della chiacchierata è andata in onda nella puntata del 23 febbraio di Giocare col fuoco, che si recupera qui.
Mi sono ripromesso di usare con più assiduità la newsletter per iniziare ad affrancarmi dai social. Non sarà facile, per tanti motivi, ma credo che dovremmo riprendere il controllo sulle comunità online di cui facciamo parte. Anche substack, la piattaforma che ospita la newsletter, in realtà ha fatto e fa tuttora scelte decisamente discutibili – con il solito paravento del free speech ospitano contenuti neonazisti e li monetizzano anche. Quindi anche questo è un luogo che sto pensando di abbandonare – prima però devo trovare una nuova casa per queste mie comunicazioni.
Bene, anche per questa volta è tutto. Come sempre, per chi vorrà, ci vediamo in giro
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