Spostare il confine tra ciò che è umano e ciò che non lo è
I Junkyards di nuovo dal vivo | Giocare col fuoco live: Nick Cave | Percorsi Americani: Philip Roth | L'utilità della poesia: un gruppo di lettura | Un funerale
Cari tutti, dopo il tour di febbraio riprendono i vari appuntamenti che scandiscono le mie settimane. Ve li elenco di seguito. Nel frattempo sto finendo di limare il mio Diario del tour, appena è finito ve lo posto qui in un numero speciale della newsletter.
I FAVOLOSI JUNKYARDS DI NUOVO DAL VIVO
Cominciamo da una nuova data dal vivo dei Junkyards, il mio progetto in inglese di folk, alt-country, roots. Venerdì 15 marzo saremo allo storico Arci Area di Carugate, apertura affidata a Daniela D’Angelo: qui tutte le info.
GIOCARE COL FUOCO LIVE: NICK CAVE
La settimana seguente, più precisamente il 20 marzo, nuovo episodio di Giocare col fuoco live, sempre da Germi, sempre dalle 21. Questa volta tocca a Nick Cave, le canzoni, le poesie, le riflessioni sulle canzoni d’amore, per l’abituale mix di parola detta e parola cantata che contraddistingue il programma nella versione dal vivo. Prevendite qui.
PERCORSI AMERICANI: ROTH / IL LAMENTO DI PORTNOY
Alla fine del mese, il 25 e 26, ci sarà poi il nuovo appuntamento dei Percorsi Americani: ci confronteremo insieme sul Lamento di Portnoy di Philip Roth, come sempre il lunedì alle 1930 online e il martedì alla stessa ora in presenza qui a Milano da Un locale palco e cucina. Qui tutte le info e le prenotazioni.
L’UTILITÀ DELLA POESIA
E subito dopo, il 27 marzo (mi scuserete per la rapida successione ma non è stato possibile fare altrimenti), ha inizio finalmente questo ciclo di incontri sulla poesia che vi prometto da anni. Ce l’abbiamo fatta. Tre appuntamenti ospitati da Specie di Spazi, un piccolo centro culturale ospitato in una casa privata, un luogo perfetto per questi incontri. Si inizia alle 1930, gli altri appuntamenti sono fissati per il 9 aprile e il 7 maggio. Il titolo che abbiamo scelto è L’utilità della poesia, citando Montale. Vi offrirò nei tre appuntamenti uno spaccato della poesia contemporanea, a partire dalla metà del secolo scorso, pescando qua e là tra gli autori che mi hanno lasciato un segno. Voi non dovrete leggere nulla, dovete (se volete) solo presentarvi con le antenne dritte e il cuore aperto. Tutte le informazioni le trovate a questo link (è disponibile anche il pacchetto completo di tre appuntamenti a un prezzo leggermente scontato).
UN FUNERALE
Cimitero di Lambrate. Una sala gremita. Il sole entra di taglio nelle poche aperture della solida struttura di cemento. Il silenzio è rotto dal lamento di un cane, seguito dal vagito di un bambino. A poco a poco diverse persone prendono la parola, a turno, per ricordare l’amico scomparso prematuramente. Insistono tutti sulle stesse cose: la gentilezza, la disponibilità, la passione, l’amicizia, la competenza, l’entusiasmo. La capacità di far sentire chiunque a casa. Tutte qualità che erano evidenti anche a me, sebbene avessi una frequentazione con Teo assolutamente sporadica. Eppure anche io venivo sempre trattato in quel modo. Questi brevi monologhi sono interrotti dall’ascolto di alcune canzoni. Rimango lì in piedi per un’ora e mezzo. Poi saluto gli amici che ho riconosciuto nella folla, quelli più vicini a me, e vado verso l’uscita.
Qualche sera prima avevo visto un documentario sul ritrovamento di alcune ossa in un sistema di grotte del Sudafrica che ha portato a catalogare una nuova specie di Homo tra quelle attualmente conosciute. Homo naledi, è stato battezzato. Sul metro e cinquanta, posizione eretta, cervello grande quanto un’arancia. Eppure in quella grotta sono state ritrovate diverse sepolture in una camera di difficilissimo accesso, il che lasciava supporre che i corpi vi fossero stati portati e sepolti intenzionalmente (lascio da parte la lunga discussione scientifica ancora in corso). In una di quelle sepolture, quella di un bambino, è stato trovato un utensile, probabilmente lasciato lì appositamente. Nel sistema di grotte sono stati trovati i resti di alcuni fuochi, di ossa di animali che evidentemente vi erano stati cotti e consumati, e soprattutto su una delle pareti di accesso della stanza per le sepolture sono stati ritrovati numerosi pittogrammi. Ritrovamenti databili tra i 350.000 e i 250.000 anni fa. Che lasciano supporre che una specie di Homo praticava comportamenti – la sepoltura, gli utensili, i pittogrammi – che secondo le nostre conoscenze attuali e secondo le dimensioni del suo cervello non avrebbe potuto praticare. E mentre ero in quella sala del cimitero di Lambrate pensavo a quella piccola comunità di Homo naledi, a cosa condividiamo ancora oggi con quegli esseri, a cosa ci rende umani e a cosa ci ha portati così lontani dalla nostra essenza in questa feroce e predatoria versione della società in cui siamo costretti a vivere.
“Non ero mai stata al cimitero di Lambrate” mi dice la mia amica L, mentre ci avviamo verso l’uscita.
“Neanche io. Credo sia il mesto privilegio dell’invecchiamento, quello di conoscere tutti i cimiteri della città in cui vivi.”
Saluto la mia amica, vedo la 55 ferma al capolinea. Salgo, chiedo al conducente se passa da una fermata della metropolitana. Il tizio alza lo sguardo dal telefonino per rispondermi dopo una quindicina di secondi dopo, non esagero. “Sì.” Mi risponde secco, e torna al telefonino. Io non mi muovo, continuo a fissarlo. Se ne accorge. “Piazza Udine” aggiunge, evidentemente scocciato. Ringrazio e prendo posto. Penso che se guidi un autobus che parte dal cimitero e non riesci neanche a mostrare un minimo di gentilezza verso chi sale a bordo, sapendo ovviamente da dove arrivano queste persone, sei proprio uno stronzo irrecuperabile.
SUL MIO COMODINO
Continuo a leggere diversi libri insieme, non so se sia dovuto allo stile di vita frenetico che conduciamo tutti, se sia forse imputabile alla difficoltà di concentrarsi su una singola cosa alla volta. Oppure è perché molto spesso libri diversi si parlano tra loro e leggerli insieme conduce a riflessioni inaspettate.
Bene, anche per oggi è tutto. Ci vediamo in giro, come sempre, per chi vorrà. State bene
f
Heartland è il mio ultimo disco. Lo puoi ascoltare qui:
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