Heartland esce il 27 gennaio
Care e cari, ci siamo: Heartland uscirà il 27 gennaio, quando potrete ascoltarlo su tutte le piattaforme di streaming. Da questo link potete effettuare il pre-save, vale a dire scegliere la vostra piattaforma preferita per ricevere un avviso quando il disco sarà online.
Permettetemi, di nuovo, di ringraziare gli oltre 150 sostenitori del crowdfunding: senza la vostra partecipazione e la vostra generosità, questo lavoro non avrebbe visto la luce. A me continua a sembrare una cosa strepitosa e miracolosa, lo dico senza pudore.
Come sapete, Heartland è per me un disco in qualche modo epocale: primo, perché arriva a dodici anni dal mio ultimo lavoro discografico, Waterloo (Via Audio/Venus, 2011). Secondo, perché in tutti questi anni non avevo alcuna certezza di riuscire a trovare le forze mentali e fisiche per realizzarlo – per non parlare del tempo, tiranno avido che governa impietoso le nostre giornate. Quindi, questi per me sono giorni particolarmente luminosi, ho un groviglio nello stomaco che per una volta non è portatore di sventure ma sintomo di un’impazienza buona che resterà con me almeno fino al prossimo 27 gennaio. Poi quando il disco sarà uscito e voi avrete iniziato ad ascoltarlo, so per esperienza che l’impazienza che sto sperimentando adesso si trasformerà in qualcos’altro, ma meglio fare un passo alla volta, come sempre.
In queste dieci canzoni mi sono messo a nudo come mai prima, ho lasciato fluire le sensazioni e l’ispirazione senza tentare di trattenere nulla, senza cercare di apparire diverso da quello che ero nel momento esatto in cui le scrivevo. Alcune di queste sono tra le cose più personali che io abbia mai scritto e ancora adesso che sono finite e pronte ad andarsene in giro per il mondo – e nelle orecchie, nel cuore e nella testa di chi vorrà –, a volte vengo percorso da un brivido, da un dubbio: “Ma avrò fatto bene?” La risposta arriva sempre qualche momento dopo, ed è un “Sì” grande come una casa. Sia perché sono canzoni molto intense, sia perché avevo bisogno di scriverle proprio in quel modo, evidentemente.
Poi, come alcuni di voi già sanno, insieme al disco pubblicherò un libro che conterrà una serie di scritti che derivano dalla stessa ispirazione che ha animato le canzoni. Ci sono racconti, storie, una miniraccolta di undici poesie (una per ogni canzone più un’ultima che ho scritto quest’estate e mi sembrava perfetta da mettere in chiusura), oltre ai testi dei brani, ovviamente. Il libro e il cd andranno in stampa nei prossimi giorni, presto saranno ordinabili dal mio sito per chi non li ha già prenotati via crowdfunding.
Ultima cosa, inizio ad annunciarvi la presentazione dal vivo che si terrà al Biko, qui a Milano, il 26 febbraio, a breve partiranno le prevendite. E sono felicissimo di potervi dire che in quell’occasione dividerò il palco con degli ottimi musicisti che sono anche grandi amici: Giuliano Dottori, Paolo Perego, Marco Ferrara e Marco Confalonieri. Non ricordo neanche quando ho fatto l’ultimo concerto elettrico con i miei brani, quindi anche qui, impazienza e aspettative altissime.
Cos’altro dire? Che su tutte le piattaforme trovate già i primi due singoli estratti dal disco nei mesi scorsi, Roma Raccordo Anulare e Tutto questo blu, e che sui miei canali social ho iniziato a pubblicare qualche pillola da Heartland, quindi tenete d’occhio le mie pagine. Sotto le info tecniche sul disco e la foto, due parole per ogni brano.
Per le giornaliste e i giornalisti: se volete ricevere il comunicato stampa, il link per l’ascolto privato e tutte le informazioni necessarie, scrivetemi pure a info chiocciola fabrizio-coppola.net, vi invierò tutto con grande piacere.
Fabrizio Coppola, Heartland
Label: Musica Distesa
Produzione artistica: Giuliano Dottori
Mix: Raffaele Stefani
Mastering: Giovanni Meniak
Giuliano Dottori, chitarre acustiche ed elettriche, basso, piano, organo, synth, backing vocals, programmazioni
Diego Galeri: batteria
Sara Spadini: violino
Zeno Dottori: percussioni
Fabrizio Coppola: voce, chitarre acustiche ed elettriche, piano, organo, synth
Testi musiche di Fabrizio Coppola
Tracklist
1. Tutto questo blu
2. Lettera a C.
3. Roma Raccordo Anulare
4. Io che vado a fondo
5. Più forte di me
6. Dove sei tu
7. Meno di pochissimo
8. Dove va l’amore?
9. Elegia per la Strada del Tuono
10. La versione migliore di me
Se voi belve feroci del circo volete la carne, venite a prendermi, provateci, mi troverete qui [Tutto questo blu]
HEARTLAND, BRANO PER BRANO
Tutto questo blu
Quando anche l’ultimo aereo avrà solcato questo cielo
Mi vedrai camminare, camminare, camminare da te
Scritta di getto un pomeriggio, strimpellando la chitarra elettrica con un sacco di delay. È un pezzo profondamente personale a cui sono davvero molto legato. Sembra avere diversi legami con l’attualità degli ultimi anni anche se risale ad anni fa – prima delle città deserte, prima della guerra in Europa, prima della crisi economica. È una ballata elettrica avvolgente, un tappeto di synth che si aggiungono l’uno all’altro fino al crescendo finale in cui la musica sovrasta volutamente l’ultima promessa del protagonista.
Lettera a C
Ma è tutto il mondo intorno o siamo noi
A essere diversi, perduti e vinti?
Una canzone sull’amicizia, sulle sfide dell’età adulta, sulle scelte e sui rimpianti. “Lettera a C” è un brano pop dall’andamento classico, con la voce che si dispiega su un tappeto di synth, le chitarre e le voci che aggrediscono i ritornelli e la salda batteria di Diego Galeri a sostenerlo.
Roma Raccordo Anulare
Precipito in strada proiettile senza una meta
Frequenza cardiaca alterata in accelerazione
Ci ho messo dieci anni a scriverla, poi in studio con Dottori su suo suggerimento abbiamo rimescolato un po’ la struttura ed è venuto fuori secondo me uno degli episodi più riusciti del disco. C’è un riff di chitarra un po’ anni Novanta da cui è nato tutto cui si aggiungono i synth e la batteria dal suono volutamente rétro, come in tutto il disco, a creare un paesaggio sonoro perfetto per raccontare la corsa notturna in auto di un uomo in fuga da qualcosa da cui in realtà non riesce a fuggire.
Io che vado a fondo
Passerai un’altra notte a chiederti piangendo, ma dov’è che stiamo andando?
Probabilmente l’arrangiamento più sofisticato del disco per un brano inquieto e dolente sulle domande che è difficile farsi anche quando non possono più essere rimandate. Pianoforte e voce in primo piano prima del break in cui di nuovo un impasto di elettriche e synth sposta l’atmosfera della canzone, che si chiude poi con un riff di piano sospeso e dilatato.
Più forte di me
Con le mani o senza mani si cade
Tu resta in piedi, sui tuoi piedi
Non mollare
Una confessione, un’ammissione di debolezza. Ma anche un’esortazione, una preghiera. Per citare alcuni versi di Patrizia Cavalli: C’era un modo sicuro per disinnescarmi: / tenermi tra le braccia e tanti baci, / baci e carezze e carezze e baci […].
Un valzer sghembo che si snoda su un tappeto di chitarre elettriche e synth, la voce in primo piano a cantare di cose difficili da dire.
Dove sei tu
E adesso dove sei tu è dove con me non saresti stata mai
E dove sono io è dove insieme non saremmo arrivati
Scritta in un pomeriggio d’agosto, di getto, insieme a “La versione migliore di me”, è uno degli episodi più ritmati del disco. Uno sfogo a briglie sciolte, una presa di coscienza cantata a piena voce.
Meno di pochissimo
Non c’è niente da rifare, è solo un gioco, è un gioco
Non c’è niente da imparare, ma sai precipitare? Sai non farti male?
Una storia non molto dissimile da quella di “Roma Raccordo Anulare” con un personaggio alle prese con ciò che resta dopo che l’ondata di marea si è ritirata. Un paesaggio in frantumi, dentro e fuori, da cui non si può far altro che ripartire. Dal punto di vista sonoro “Meno di pochissimo” forse è l’episodio più classico del disco per sonorità e costruzione, con acustiche, elettriche, organo e la batteria di Diego Galeri che portano al ritornello melodico e malinconico.
Dove va l’amore?
L’han visto illuminare la fine di settembre
L’han visto rifiorire sulle labbra e poi svanire
L’ombra incancellabile del Dylan di Oh, Mercy aleggia su questo pezzo. Una lunga ballata dal forte impianto ritmico che nel ritornello si apre in un coro quasi gospel. Assistere alla fine delle cose e chiedersi come sia potuto accadere. Cercare risposte, avanzare ipotesi, giocare con la memoria. Per poi ripartire dall’inizio, pronti per una nuova promessa.
Elegia per la Strada del Tuono
Quando il cielo si fa rosso a respirare non ci riesco
Sono un cane senza l’osso, acqua asciutta dentro un fosso
È un po’ come entrare a casa di una coppia di sconosciuti, mettersi a sedere e trovare sul tavolino basso di fronte al divano un album di foto. Lo apriamo e iniziamo a scorrere le immagini una dopo l’altra. Ho scritto questo brano più di dieci anni fa e a differenza di altri contenuti in Heartland non l’ho mai suonato dal vivo. Probabilmente è la canzone più personale che abbia mai scritto.
La versione migliore di me
Conta pure su di me
Scacceremo il male che c’è
Sapevo che a un certo punto avrei scritto una canzone su mia figlia. Cinque anni di attesa, poi un pomeriggio di fine agosto è venuta fuori questa: quasi una filastrocca sulla responsabilità, sul prendersi cura, sulla tenerezza. Mi è sembrato il modo più limpido e luminoso per chiudere Heartland.
Ascolta Roma Raccordo Anulare
Ascolta Tutto questo blu
Heartland, pre-save
Grazie come sempre, condividete pure questo messaggio con le persone che vi stanno a cuore.
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