Giocare col fuoco #7
[Inizio con un chiasmo]
Dove sei, fratello? Fratello, dove sei?
[Proseguo con una rima baciata]
Si cerca la frase a effetto
forse perché ci si sente in difetto.
[Chiudo con un verso libero]
Stanotte luccico
e so dove trovarti.
Pietà per gli amanti/Il vostro turno
Potrete vederci avvinghiati allo stesso ramo come lucertole,
crogiolarci al sole coprendoci di baci,
aprendo la carne fino all’osso
di fronte al mare.
Poi non ci vedrete più
chiusi in stanze il cui colore delle pareti non avrà importanza
a urlarci addosso,
rimproverandoci le rispettive umanità.
Solo allora, nudi, isolati, pazzi di odio per noi stessi,
passeremo le notti distanti
e l’arrivo del giorno non sarà una benedizione.
Quando ci vedrete,
gli occhi gonfi, le guance incavate
e i capelli arruffati dagli incubi,
non chiedeteci niente.
Abbracciateci, svelti,
e lasciate cadere un sorriso.
Noi faremo lo stesso
quando arriverà il vostro turno.
Lottare per essere felici
nonostante i motivi di infelicità.
Concentrare lo sguardo
su quelle deboli fiammelle
che ardono testarde
e lasciare che tutto il resto
vada a rotoli.
Che il senso del reale
vada pure a farsi fottere.
Questo divano è una nave mercantile,
il lampadario uno stormo di gabbiani
e io il capitano
ritto sul cassero
il binocolo in mano
sballottato dalle acque.
E, come tutti i capitani degni di questo nome,
attendo solo il giorno del naufragio
tenendo ben fisso lo sguardo
sull’inesistente linea dell’orizzonte
di fronte a me.