E quando anche l'ultimo missile avrà fatto il suo dovere
I prossimi appuntamenti | La grande cecità | Riportare i morti a danzare nella festa dei vivi
I prossimi appuntamenti
Ecco i prossimi appuntamenti confermati per quest’autunno. Stiamo lavorando anche a un altro giro al Sud e poi con ogni probabilità farò un’ultima data milanese per chiudere questi due anni di tour di Heartland.
Giovedì 3/10, Villa Angaran San Giuseppe, Bassano del Grappa (VI), FURORE! Steinbeck/Guthrie
Venerdì 4/10, Secret Concert, Treviso, Heartland Solo Tour
Sabato 5/10, Circolo Culturale La Rimbomba, Bertinoro (FC), Heartland Solo Tour
Domenica 27/10, Pintupi, Verderio Inferiore (LC), Sintomi di Pace
Giovedì 7/11, Circolo della Musica, Rivoli (TO), NICK CAVE, La vita segreta delle canzoni d’amore
Venerdì 8/11, Circolo dei Lettori, Novara, AMERICAN LIFE: Carver/Springsteen
Chi vuole partecipare al secret concerto di Treviso del 4/10 risponda pure a questa email e gli fornirò tutte le indicazioni necessarie.
Sintomi di pace sarà uno spettacolo di letture, storie e canzoni sul tema della pace che di fatto mi è stato commissionato dal Circolo Pintupi.
La grande cecità
Una due giorni di studio sulle parole che ci servono e ci serviranno sempre di più per affrontare sul tema del cambiamento climatico in letteratura e nel giornalismo. Sabato 19/10 io affronterò il tema dal punto di vista letterario, il giorno dopo Christian Elia e Laura Filios lo analizzeranno dal punto di vista giornalistico.
Vivere e scrivere all’interno di questa nuova realtà comporta dei cambiamenti: e se i cambiamenti necessari nei nostri comportamenti ci sono tutti più o meno evidenti, può essere utile provare a compilare insieme un “manifesto” condiviso che tratteggi alcune linee guida per la scrittura, partendo dai seguenti punti:
Cosa sentiamo?
Come possiamo far precipitare queste sensazioni nella scrittura?
Quali sono le parole e i suoni le strutture sintattiche e i tempi verbali che ci sembrano più adatti e precisi a raccontare la vita in questo primo quarto del nuovo secolo e quella che verrà?
Come possiamo inserire questa nuova realtà in un’opera letteraria?
Una discussione collettiva, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, dal momento che è proprio dalla riduzione della sfera collettiva che nascono le premesse dei tanti problemi sociali, politici, ambientali ed economici che affliggono il pianeta.
Riportare i morti a danzare nella festa dei vivi
Pochi temi sono stati trattati in letteratura quanto il rapporto tra padri e figli. È uno degli argomenti centrali della narrativa classica in Occidente e forse in tutte le culture. Nessuno di noi sfugge alla condizione tragicamente umana di figlio, per quanto questa assuma una varietà infinita di forme. Nasciamo e moriamo soli, questo è certo, ma veniamo al mondo circondati da cure, da gesti, parole e carezze che ci segnano per il resto della nostra vita. Chi ci accudisce ci mette in relazione con i nostri contemporanei e con chi ci ha preceduto. La nostra storia individuale confluisce nella corrente delle generazioni e i nostri genitori diventano la barca su cui navighiamo nel fiume agitato della storia.
La condizione di figlio ci riconduce a un’altra questione sostanziale: siamo “esseri di linguaggio”. Ereditiamo i tesori e gli orrori delle parole dei nostri padri e delle nostre madri, dei parenti più anziani e di chi popola il nostro ambiente. La nostra lingua è continuamente attraversata da echi di altre parole. Parlare significa riportare i morti a danzare nella festa dei vivi, rivivere il percorso di generazioni passate e della nostra storia fatta di incontri e di perdite.
All’inizio i nostri genitori non solo ci parlano, ma parlano per noi. Inventano una cose per imitare i balbettii del neonato. Poi rinasciamo continuamente con le parole che impariamo da loro, senza di loro o contro di loro. Questa seconda nascita non ha mai fine.
[…] Diventare adulti significa avvicinarsi e allontanarsi da quel lessico famigliare, dalla lingua viva dell’infanzia. E non è un compito semplice. Consiste nella laboriosa opera di scegliere determinate parole, di essere scelti da altre, di ignorarne molte, di ribellarci contro alcune e i loro usi, di costruire un nostro archivio personale e, col tempo, di produrre una narrazione indipendente, incerta, esitante, come un coro sempre un po’ stonato, in cui gravi e acuti, parole vecchie e nuove continuano a creare una curiosa dissonanza.
Possiamo parlare la nostra lingua solo dopo aver fatto i conti con quella dei nostri genitori.
José Henrique Bortoluci, Sulle strade di mio padre, Iperborea, trad. Vincenzo Barca.
I cd di Heartland sono esauriti, restano disponibili Waterloo e l’ep La stupidità oltre ai libri Heartland e Katana. Gli interessati trovano tutto qui: https://fabriziocoppola.bigcartel.com/products
Bene, anche per oggi è tutto, ci vediamo in giro o ci sentiamo nell’etere.
f