Concerti giugno: Milano, Pavia, Firenze | un microracconto| consigli di lettura | una foto inusuale
Care e cari,
come al solito partiamo dagli appuntamenti live di questo mese:
15/6, Ribalta, Milano, con la band. Concerto elettrico insieme a Giuliano Dottori, quindi due set elettrici, a partire dalle 19:30 (puntuali). Ribalta è in via Zumbini 6, il concerto si terrà all’aperto, possibilità di mangiare e di bere, ingresso gratuito. Insomma, cosa volete di più?
17/6, Castello di Tortorolo (PV). Concerto in solo, dalle 21, ingresso libero.
24/6, Firenze, Circolo Aurora. Concerto in solo, all’aperto. Piazza Torquato Tasso 1/1, dalle 19:30. Ingresso libero, per prenotare un tavolo: +39 338 871 0838.
Una piccola cosa bella è accaduta la settimana scorsa quando Nicola Catalano ha trasmesso Roma Raccordo Anulare all’interno di Sei gradi, il programma che co-conduce si Radio Rai Tre – quindi, come sempre, Viva la Rai!
MARY RUEFLE, UN CURRY, NIENTE DA CAPIRE
A volte mi sento sul punto di perdermi. Mi blocco, avanzo alla cieca nella mia vita come bendato, mi aggiro con le mani avanti in un’oscurità lattiginosa. A volte succede, mi ci sono quasi abituato. Può durare un’ora o un paio di giorni. Con gli anni ho imparato che la cosa migliore in questi casi è non opporsi, non forzare la mano – se lo faccio, l’unico risultato è allungare l’agonia. Aspetto che passi, lo accetto. Ma ho imparato anche che se mi avvicino alla libreria e prendo un libro di poesia, poi succede sempre qualcosa. E cioè che quella sensazione di essermi perso si fa sempre più reale, ma stranamente gioiosa, pienamente motivata, necessaria anche. Smette di fare paura. Ed è solo in quel momento, quando comprendo di essermi davvero perduto e che la cosa non è un male, tutto al contrario, ecco che mi ritrovo. Rieccomi lì, tutto intero, l’oscurità si dirada e si può ricominciare.
Oggi è successo con La mia proprietà privata di Mary Ruefle (trad. Gioia Guerzoni, NN editore), un fantastico antidoto alla ricerca di un qualsiasi senso nelle cose che accadono, una specie di elenco delle reazioni umane possibili agli eventi massimi e minimi che definiscono la nostra esistenza. Ho letto una decina di pagine e poi chissà perché sono andato al frigorifero, ho preso una patata, l’ho sbucciata, ho affettato uno scalogno e l’ho fatto soffriggere, ho unito la patata a cubetti, l’ho fatta saltare un po’ e infine ho aggiunto una spruzzata di curry e due bicchieri d’acqua. Mentre rimestavo il composto, un anello di scalogno è risalito fino al manico del cucchiaio. Chissà dove voleva andarsene. L’ho fatto scivolare giù nella pentola con una certa cautela e ho abbassato la fiamma. Ho pensato a tutte queste cose mentre facevo la patata cubetti, l’amido biancastro che mi bagnava le mani, la consistenza porosa della materia gialla separata dalla lama seghettata del coltello.
Cosa ci sarebbe da capire, alla fine? Niente, proprio un bel niente.
UN CONSIGLIO DI LETTURA
Rombo di Esther Kinsky (trad. Silvia Albesano, Iperborea Casa Editrice). Kinsky, traduttrice e poetessa, è una delle voci più alte della scena letteraria tedesca, e questo suo lavoro ne testimonia l'abilità di giungere a una scrittura profonda, radicata nell'osservazione e nella riflessione che segue il suo sguardo. Con una scrittura davvero altissima – e qui dobbiamo ringraziare l'evidente maestria della traduttrice – rievoca i giorni a ridosso del disastroso terremoto del 6 maggio 1976 che colpì il Friuli, e lo fa dando voce non solo alle persone che hanno vissuto quei tragici eventi ma anche al paesaggio, alle vette dei monti, ai letti dei fiumi, alle valli e alle placche tettoniche sottostanti. Libro di rara lucidità e evidente capacità di scrittura, può essere anche inteso come una riflessione quanto mai necessaria sul ruolo dell'uomo all'interno della natura, della storia e del tempo: "[...] quanto gli è appena accaduto non potrà essere cancellato né avere rimedio, perché è al di là delle categorie del bene e del male".
Vi lascio con una foto inusuale. Qualche giorno fa ho rappresentato la Repubblica Italiana, altro che rock’n’roll. Ed è stato uno dei giorni più belli della mia vita, come ben illustrato dal sorrisetto sornione che mi vedete in volto.
Fate i bravi, e se non è possibile fate attenzione. Ci si vede in giro
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